Ispra, mancata stabilizzazione dei ricercatori un rischio per l'ambiente. Interrogazione parlamentare di Della Seta
“Dietro i numeri snocciolati dal governo e allocati alla voce tagli vi sono centinaia di ricercatori, con esperienza pluriennale e spesso con curricula internazionali che da anni portano avanti in una situazione di notevole criticità l’attività di protezione dell’ambiente.
Il governo – continua l’esponente Pd - giustifica la rinuncia alla stabilizzazione come un necessario taglio alla spesa pubblica ma non viene considerato quanto costeranno allo stato i danni causati da un indebolimento così radicale della sicurezza e dei controlli ambientali.
Mandare a casa quasi 700 ricercatori dell’Ispra, che da luglio ha incorporato l’Apat, significa che a partire dalla fine dell’anno sono a rischio controlli ambientali in settori come quelli dei rifiuti, nucleare, difesa del suolo, emergenze ambientali, siti contaminati ed emissioni in atmosfera.”
“Per essere chiari – sottolinea il parlamentare - chi monitora le frane che squassano il paese o chi controlla le scorie nucleari ancora presenti nel nostro paese se l’organico dell’Istituto per la protezione e la ricerca ambientale vedrà il suo organico ridotto ai minimi termini?”
“Oltre all’ennesima e penalizzante fuga di cervelli, il taglio delle risorse avrà non solo prevedibili e gravi ricadute sociali ma comporterà anche la forzata rinuncia ai controlli ambientali e di conseguenza – conclude Della Seta - l’Italia si troverà subissata di sanzioni Ue.”
Roma, 17 ottobre 2008